Archive for Schiapparelli

Look At Me, I’m Sandra Dee

Capisci di stare facendo un ottimo lavoro, come padre, quando tua figlia ti chiede se le disegni un piranha che mangia un uomo.
Ma non starò a raccontarvi ciò che dice M o V (anche perchè quest’ultima dice cose tipo aaaaaaa oppure mmmmmmmmm, quindi non divertenti), ma piuttosto perché ora come ora la mia fonte di ispirazione sono loro, i bambini. In generale. O meglio, i bambocci, per non sembrare troppo omosessuale. Non vedo la tv da settimane perché si è rotta ed è stata inghiottita dal servizio philips che fondamentalmente è una profonda voragine nel terreno dove buttare la propria televisione. Ormai nessuno sa che fine abbia fatto. Addirittura negano di essere stati un centro riparazione e si spacciano per pizzeria. Cmq, dicevo, è innegabile che il blog abbia bisogno di ossigeno come un sepolto vivo a caso della bibliografia di Poe, e se la tv non glielo fornisce, allora giungono al capezzale, con le mani giunte, i bambocci. Altrui.
L’altro giorno ero alla pista della macchinine e cavalcavo con M un trattore blu. Andavamo ai 3 all’ora e tutti ci superavano, stringendoci nelle curve, cercando d buttarci fuori, cercando di ucciderci. Stronzetti di cinque o sei anni, sulle loro macchine da formula uno con scritto VEDAFONE volevano dimostraci la loro superiorità. Con ottanta gettoni inseriti, erano in pista da ore e i loro volti erano sfigurati. Come folli si lanciavano a tutta velocità contro le altre macchine. Io cercavo di evitali, ma il mio trattore era più frusto di una vecchia battona, e nonostante cercassi di tenermi ai lati della pista, sovente le saette marchiate VEDAFONE arrivano e cercavano di affilami i piedi, che incautamente sporgevano ai lati. La carica del trattore stava per finire e non avevo gettoni. Fermarsi in quell’arena avrebbe significato morte certa.
Iniziai a sudare. Improvvisamente mi trovai circondato da 4 sgherri con le loro VEDAFONE. Avevano il viso dipinto con strisce rosse e nere e brandivano lance con teste di gatto mummificate. Gridavano e ridevano, sputando per terra.
Il mio trattore si fermò, con un singulto. I quattro iniziarono a girarci intorno con le loro macchine e presto se ne aggiunsero altri. Accesero delle torce e gridavano all’unisono VEDAFONE VEDAFONE VEDAFONE, in un osceno crescendo.
Improvvisamente si arrestarono. Un varco si aprì nel cerchio e una macchina nera, con scritte rosse, avanzò lentamente. Alla guida un bambino. Fermò la macchina e scese.
Il mantra di morte degli altri bambini era assordante: VEDAFONE VEDAFONE VEDAFONE.
Il loro capo fece qualche passo verso di noi, aveva strisce nere sotto gli occhi e sulle braccia.
Alzò una mano e tutti tacquero.Improvvisamente una televisione cadde dal cielo e lo schiacciò, uccidendolo all’istante.

Gli altri bambini rimasero per qualche istante fissi su quell’ammasso di carne, sangue e pezzi di televisione philips, poi lentamente scesero dalle loro VEDAFONE e se ne andarono, togliendosi la pittura dalla faccia con il dorso della mano.

Presi M per mano e le dissi: ‘andiamo a casa’.

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La Metamorfosi

Raimondo?
Mmmm…
Raimondo? Sveglia!
Eh, dimmi?
C’è qualcosa che non va.
Come?
Sono fredda e immobile.
Fa vedere? Ah, si. Sei morta.
Come?
Sandra, sei morta.
Ma come morta?
Si, morta, stecchita, da anni ormai.
Ma… com’è possibile?
Sei morta, però ancora non lo sai.
Ma io… non capisco…
Senti non è difficile. Ti abbiamo tenuta in vita, per continuare a sparare cazzate su Berlusconi. Ti mettiamo molto trucco in faccia e i grossi occhiali per coprire le orbite vuote e piene di paglia.
Ma…. non può essere…
Beh, voglio dire… non avrai pensato di essere viva! Non negli ultimi 10 anni! Guardati allo specchio!
Ma allora oggi, cos’è successo?
Non so, forse abbiamo superato il limite… guarda ti si sono staccati gli arti, cazzo, guarda qui, hai impolverato tutto il letto…
Ma Raimondo, io, io…
Oh, cazzo, basta lamentarsi… anche io sono morto sai, cosa credi! E mica mi lamento!
Ma non può essere…
Siamo mummie, cadaveri. Cazzo. Eserciti di zombie prezzolati.
Ma io voglio morire in pace.
Allora dovrai subire l’estremo sgarbo, poi potrai riposare in pace.
E cioè.
Dovrai essere posseduta dall’essere più brutto mai creato.
E chi…?
La mascotte di Italia 90.

La mascotte fa il suo ingresso cigolando.

Chi mi ha chiamato?
Ciao, Sandra vuole ottenere il riposo eterno.
Ma io, veramente…
Non temere Sandra, dammi la mano.
Non ho più le braccia.
Basta chiacchiere, non ho tempo da perdere. Iva Zanicchi mi sta aspettando.

La creatura si china su tronco-umano Sandra.

No aspetta. Ho un ultimo desiderio. Vorrei che…

Ma la mascotte non ha pietà. Sedici anni di soprusi e sberleffi l’hanno resa una creatura senza cuore e senza sentimenti. Una volta finito sposta il corpo ormai esanime di Sandra e si sdraia vicino a Raimondo.

E’ andato tutto per il meglio, amore.
Si, ora potremo stare insieme per sempre.
Il tuo orecchio, si è staccato.
Lo fa, a volte. Ma… ma… che fai…
Mi dispiace.

Crac.

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Compact Framework

Questa settimana, la 43esima, non avrà il suo post.

Sono prosciugato di ogni liquido a causa di una form doppiamente istanziata, e sto lentamente capitolando. La garbage collection non funziona e le mie procedure inghiottono memoria a più non posso, come mefitiche macchine infernali. La mia pelle si screpola e i miei occhi si spengono.

Quale morte più straziante di questa? Un programmatore che si consuma lentamente donando sé stesso, come estremo atto d’amore, alle applicazioni che egli stesso crea, sempre più avide di memoria e risorse. C’è poca differenza tra questa e altre storie, in cui le madri i padri, pietosi, vengono malmenati, uccisi, umiliati da figli drogati di dissolutezza e videopoker. Padri e madri colpevoli di troppo amore, o di troppo lassismo.

Ho fallito, come loro, nel crescere questo programma, non l’ho curato, sono stato egoista e distratto. E ora lo vedo, al bar, con gli amici, mentre spende le poche risorse che mi sono rimaste.

Sempre di più. Sempre più in fretta.

Lo vedo salire le scale, con i suoi patetici compagni di sventure.

Hanno una spranga.

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digital divine

Questo post non sarà divertente.
Smetto, temporaneamente i panni rassicuranti e caldi del blogger
metropolitano e indosso quelli assai più scomodi, ma necessari, del
profeta. Questo post mi è stato suggerito in sogno e così lo riporto, a
testimonianza degli ampi e inusitati spazi che circondano la mente
umana. Così, ecco, ora allaccio la cintura di cuoio, mi succhio una
cavalletta e parto per i prati polverosi mano nella mano con Nicholas
Negroponte, novello Virgilio.
Sono reduce da una settimana in cui gli unici contatti con la specie
umana, sono stati computer, tanti computer, di ogni specie e dimensione
e un libro di Asimov sui robot, con il quale ho tradito temporaneamente
la mia devozione a Philip K. Dick. Così, immerso in freddi mondi
positronici e stretto tra il calore di server e client che ogni mezzora
mi battevano sulla spalla per chiedermi “Windows Update ha scaricato
questo aggiornamento, posso applicarlo, dai posso?”, “Windows Update ha
fatto il caffè, ne vuoi un po’?”, “Windows Update sta per iniziare una
guerra termonucleare globale, continuare?” riflettevo parecchio e le
mie percezioni si sono un attimino alterate.
Così venerdì sera ho fatto un sogno.
Passeggiavo, spensierato, con mia figlia M dentro il marsupio davanti,
alla guisa dei ferrei scandinavi, quando improvvisamente sentivo un bip
bip e una scritta appariva (in un posto indefinito, come solo nei sogni
accade) “Verrà installata la nuova versione del marsupio.”. E subito
due corde davanti che reggevano M variavano di poco, magicamente. Io,
per nulla stupito, pensavo “Ah, hanno rilasciato una patch di
sicurezza…” e riflettevo quanto fosse comodo avere a che fare con
questi nuovi zaini che si autoaggiornavano da soli.
Incredulo poi mi sono svegliato e il mio primo pensiero è stato: che cazzo di sogno, devo farci un post. E così è stato.

Quella notte Nicholas Negroponte sorrideva sornione.

PS: a proposito di guerra termonucleare globale, ricordate che in War
Games l’imberbe Matthew Broderick riusciva a telefonare a scrocco
sfregando la linguetta di una lattina sul microfono della cornetta del
telefono? Anche mio cugino sapeva farlo e io, 8enne, pensavo ammirato
di lui che sarebbe diventato un genio informatico.
Ora fa tatuaggi.

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