Ad un tratto guardo per terra e le vedo. Due gruppi di formiche stavano trascinando 2 cornflakes dietro il computer, per mangiarselo in santa pace. Erano sbalorditive, e anche molto stupide. Delle 10 formiche che si occupavano di ogni fiocco, una sola lo trasportava, con immane fatica, le altre, stronze, non è che gli davano una mano, no, stavano a girargli attorno convulsamente, scontrandosi a volte tra loro.
Mi sembrava quasi di sentirle “muovi, dai”, “allora ci diamo una mossa”, “Il Dio Grom sarò contento di noi”
Erano veramente stupide. Operose, ma stupide. E la formica sodomizzata dalle altre non andava neanche dritta. Faceva qualche passo avanti, poi virava a destra, poi tornava indietro. Vedevo nei suoi occhi, la follia della fatica. Era quasi un moderno Calvario. Intanto le altre formiche continuavano a cazzeggiare senza darle una mano: chi andava avanti per un po’ poi tornava indietro, “ehi di qua la strada è di qua”, chi si azzuffava “mi devi dieci euro”, chi fumava. E la povera formica cogliona era l’unica a sudare e bestemmiare.
Comunque insomma lo spettacolo era interessante, ma anche no, infatti, al CLANC che comunicava la fine della scansione del negativo in corso, il mio sguardo si spostava dallo scempio animale al computer.
Il tempo di caricare un altro nastro e i miei occhi tornavano giù… ma, sorpresa.
Non c’era più nessuno. Dove cazzo erano finite? In trenta secondi la triste, agonizzante, compagnia dell’anello, era sparita, volatilizzata. Così mi sono chinato e ho guardato dietro il pc.
Le formiche stavano mangiando i fiocchi.
“Ma, voi…”
“Cazzo vuoi?”
Erano veramente scortesi. Così ho preso con calma il potente aspiratore fuori dal ripostiglio, ho allacciato la prolunga, ho impostato la potenza su max e sono andato dalle formiche.
“Salve.”
“Portaci il caffè.”
“Ecco.”
ON
Le loro urla sono risuonate strazianti, prima nel tubo dell’aspiratore, poi dentro il capiente raccoglitore.
OFF
Ora sentivo i loro pugni sbattere contro le pareti. “Facci uscire!”, chiedevano, ma non avrebbero rivisto la luce del sole. Lentamente mi sono chinato ancora dietro il computer.
La formica cogliona era ancora li, tremante e stretta al cavo usb della stampante.
“Non sei poi cosi cogliona”, le ho detto.
“Grazie.”
“La fatica che hai fatto, il lavoro che hai svolto ti hanno rafforzato. E questo ti fa onore.”
“Si, beh, io…”
“Ora non hai più bisogno di tenerti stretta.”
“Grazie.”
ON